
Il concetto di Yin (nero) e Yang (bianco) ha origine dall’antica filosofia cinese e nasce, probabilmente, dall’osservazione del giorno che si tramuta in notte e della notte che si tramuta in giorno.
I caratteri tradizionali per yin e yang possono essere separati e tradotti approssimativamente come “il lato in ombra della collina” (yin) ed “il lato soleggiato della collina” (yang).
Così, lo yang fa riferimento al giorno ed a tutte le funzioni più attive come la luce, il sole, il chiaro, il caldo, il positivo, il cielo, il fuoco. Yin, invece, fa riferimento alla notte e a tutte le funzioni meno attive: l’oscurità, la luna, l’oscuro, il freddo, il negativo, la terra, l’acqua.
E’ da questo concetto che nasce il mio parallelismo con la figura del Visconte di Italo Calvino.
Medardo di Terralba durante la guerra è stato separato in due parti uguali: in una si sono concentrati gli aspetti negativi del suo carattere e nell’altra tutti quelli positivi. I sudditi del regno non si trovavano, certo, di fronte ad una scelta facile: chi odiava il cattivo per la sua perfidia ed indifferenza e chi non sopportava più il buono per le pretese di generosità che aveva nei loro confronti.
Le due parti, in seguito ad una serie di avvenimenti, arrivano allo scontro da cui escono profondamente feriti, ma tale evento dà occasione al medico del regno di ricongiungerli. Medardo, finalmente, torna a vivere una vita normale, fatta di pregi e difetti, di luci e di ombre, di entrambe le parti di sè stesso.