“Nella Nebbia” – Herman Hesse
Strano, vagare nella nebbia!
E’ solo ogni cespuglio ed ogni pietra,
né gli alberi si scorgono tra loro,
ognuno è solo.
Pieno di amici mi appariva il mondo
quando era la mia vita ancora chiara;
adesso che la nebbia cala
non ne vedo più alcuno.
Saggio non è nessuno
che non conosca il buio
che lieve ed implacabile
lo separa da tutti.
Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è solitudine.
Nessun essere conosce l’altro,
ognuno è solo.





Il progetto è nato nel momento stesso in cui ho letto per la prima volta “Nella Nebbia” di Herman Hesse, in cui il poeta è in grado di descrivere con una sintesi e una crudezza lancinante la solitudine dell’animo umano.
La nebbia è dentro di noi: ci riempie e ci svuota, ci offusca e poi rende tutto più chiaro, e fa male. Siamo soli perché non ci capiamo, non ci guardiamo, non ci ascoltiamo. Ma se non conosciamo neanche noi stessi, come potremmo mai capire gli altri, come potremmo mai pretendere di averli vicino, come potremmo mai anche solo fingere di stargli accanto.
Herman Hesse ha scritto “Nella Nebbia” nei primi del 900’, anni in cui “la nebbia” altro non era che la vita stessa, fatta di pensieri che offuscavano la mente e di avversità che ti correvano incontro.
Io scrivo “Nella Nebbia” nel 2018, dove “la nebbia” è la vita stessa, ma anche quella che ci costruiamo. I pensieri ci offuscano la mente più di ieri, le avversità ci corrono incontro, e stavolta cercando un frontale.
Poi ci sono i social.
I social, grazie ai quali sappiamo tutto ciò che i nostri amici pubblicano, e nulla di ciò che realmente vivono.
I social, quelli che dovevano unirci e invece ci hanno divisi.
Più vicini ma tremendamente lontani.
La nebbia di oggi è più fitta di quella di un tempo.
Ci riempie e ci svuota. Ci offusca e poi rende tutto più chiaro.
E fa molto più male di ieri.